Quinoa: quali le proprietà nutrizionali, curative e le controindicazioni? Con questo cereale si possono mettere a punto ricette davvero squisite, ecco perché dovremmo sempre includerlo nella nostra alimentazione. Per questo motivo è importante conoscerne le proprietà e i valori nutrizionali, in modo da diventare consapevoli di tutti i benefici che riesce ad apportare a vantaggio del nostro benessere. La quinoa è alleata del sistema circolatorio, dell’intestino, dei muscoli, è ricca di sali minerali e di vitamine ed è particolarmente energizzante. E’ ideale contro l’emicrania e si può inserire nelle diete ipocaloriche. Vediamo di saperne di più.
Nome scientifico: Hericium erinaceus. Si trova in tutto l’emisfero nord, in Europa, Oriente asiatico e Nordamerica. Predilige gli alberi di latifoglie morti o morenti come la quercia, il noce e il faggio. Ha un diametro che varia dai 5 ai 20 centimetri. Ha filamenti simili a ghiaccioli che pendono da una base di consistenza gommosa. È un fungo tanto culinario quanto medicinale, che fa pensare al sapore dei frutti di mare.
Nonostante gli aceti più usati in cucina siano l’aceto di vino, l’aceto bianco e quello balsamico, non bisogna trascurare l’esistenza di varietà altrettanto pregevoli e interessanti come l’aceto di cocco. Sebbene questo prodotto non sia di certo il più indicato per i lavori di pulizia della casa – e sia meglio indirizzarsi in questo caso verso i primi due sopra citati – può essere utilizzato in numerose ricette di cucina, soprattutto come sostituto dell’aceto di miele e dell’aceto di vino.
L’aceto di cocco è apprezzato in primo luogo per le sue proprietà eupeptiche, toniche e prebiotiche. I fruttoligosaccaridi in esso contenuti favoriscono infatti la crescita della flora batterica e svolgono perciò un’azione di prevenzione sia sulle infiammazioni che sulle infezioni intestinali. Queste sostanze sono ritenute oltretutto in grado di aumentare i livelli di colesterolo buono e di abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue. Detto ciò, l’aceto di cocco offre vantaggi a chi soffre di diabete e a chi tende ad essere affetto da stipsi. Il consumo di questo prodotto fa bene inoltre a chi è in sovrappeso e a chi è affetto da sindrome metabolica.
Rispetto agli altri aceti quello di cocco è il più calorico; esso contiene tuttavia anche sostanze preziose che aiutano l’organismo ad assorbire meglio il calcio e il magnesio e che riducono al tempo stesso il colesterolo LDL. Il suo utilizzo si rivela per questo particolarmente utile alle donne in menopausa e agli anziani in generale. Sotto il profilo nutrizionale l’aceto di cocco contiene discrete quantità di potassio, vitamina C e vitamine del gruppo B.
Odore, sapore e usi in cucina
L’aceto di cocco ha un gusto gentile, agrodolce ed un profumo esotico che richiama in parte quello della noce di cocco. Questo condimento si trova usato soprattutto nei piatti della cucina indiana, filippina e dello Sri Lanka. Per via del suo gusto delicato e poco invasivo è ideale per insaporire le insalate, per condire gli ortaggi e per la realizzazione di intingoli e pinzimoni. Viene consigliato anche per le grigliate e per le marinature,sia di carne che di pesce, e come ingrediente per la preparazione di salse da servire in tavola insieme ai formaggi. Il suo caratteristico sapore si accosta bene anche alla frutta.
Origine e produzione
L’aceto di cocco può nascere in due modi differenti. Il primo consiste nella raccolta dei fiori della palma di cocco, nella loro riduzione in nettare e nella successiva acetificazione di quest’ultimo. Il secondo metodo di lavorazione prevede invece la fermentazione del liquido estratto dalla noce di cocco. Nel primo caso l’aceto risulterà di un color bruno scuro mentre nel secondo tenderà verso una colorazione bianco latte. La produzione di questo aceto si ricollega anche a quella del cosiddetto gulamerah o zucchero di cocco.
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La prassi dell’integrazione respiratoria con il metodo “Bol d’Air Jacquier” è un nuovo e rivoluzionario concetto di integrazione che utilizza la via inalatoria per introdurre terpeni naturali derivati dalla resina del Pinus Pinaster ed attivati attraverso un processo di perossidazione.
Respirare per alcuni minuti davanti a uno di questi apparecchi corrisponde ad una lunga passeggiata in una foresta di pini, in piena estate, quando fa molto caldo e c’è il sole.Con il calore le essenze dei pini si diffondono nell’atmosfera dove vengono perossidati dai raggi del sole.
Allergie, disturbi metabolici, nuove patologie, sindrome da affaticamento cronico, apena notturna, stress… e se una parte della soluzione a tutto ciò si trovasse in una migliore ossigenazione cellulare? Studi recenti hanno dimostrato il ruolo prevalente dell’ipossia (mancanza di ossigenazione cellulare) in molte delle patologie odierne.
Le previsioni statistiche evidenziano che nel 2020 una persona su due sarà allergica ed i bambini saranno le prime vittime! Secondo l’OMS questa affezione risulta essere al quarto posto tra le malattie croniche più frequenti.
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ll burro ghee è un alimento benefico per le nostre articolazioni e per il sistema cardiovascolare
Cos’è il burro ghee?
Sappiamo che consumare burro prodotto da latte vaccino non fa bene alla salute, perché ricco di grassi saturi e lattosio. Quello che ancora pochi sanno è che dal burro tradizionale è possibile ricavare il burro ghee.
Il burro ghee è un alimento che dà grossi benefici e può essere introdotto nelle nostre diete per la composizione di molte ricette.
Il burro ghee si ottiene dal burro tradizionale (meglio se biologico): è necessario tenere a bagnomaria il burro per almeno 2 ore, il burro si scioglie e forma in superficie uno strato bianco (composto prevalentemente da lattosio). Questo strato bianco schiumoso viene eliminato e rimane un liquido color oro che viene poi messo in un vasetto e lasciato raffreddare.
Una volta che il composto si è solidificato, non è necessario tenere il burro ghee in frigo, basta conservarlo in un luogo fresco ed asciutto.
3 ricette con il burro ghee
Fagioli neri in insalata di rucola
400 gr di fagioli neri
2 mazzetti di rucola
Sale, pepe, curcuma, cumino
Riscaldare una padella antiaderente e buttare all’interno i fagioli neri già cotti, con l’aggiunta di un bicchiere di acqua. Farli bollire un paio di minuti, aggiungere sale marino integrale, curcuma, cumino, pepe e lasciare insaporire un altro minuto. Abbassare la fiamma e aggiungere un cucchiaio di burro ghee. Quando il burro ghee si è amalgamato, servire su un letto di rucola condita a piacere.
Pan di spagna a basso indice glicemico
150 grammi di farina di mandorle
2 uova
60 grammi di zucchero di cocco integrale
1 cucchiaino raso di bicarbonato
½ cucchiaino di vaniglia in polvere
60 grammi di burro ghee
Montare a neve gli albumi e lasciarli riposare. Unire il tuorlo d’uovo allo zucchero di cocco e montare il composto. Aggiungere il burro ghee e miscelare bene. Aggiungere la farina di mandorle, poi la vaniglia in polvere e il bicarbonato. Infine gli albumi montati a neve. Infornare per circa 20 minuti in forno a 180°
Bocconcini di pollo bio con burro ghee e curcuma
Petto di pollo biologico
2 cucchiai di burro ghee
Curcuma, pepe
2 cucchiai di crema di sesamo
Tagliare a tocchetti piccoli il petto di pollo. In una padella antiaderente mettere 2 cucchiai di burro ghee, curcuma e pepe. Non appena è caldo, aggiungere i tocchetti di pollo e farli rosolare a fuoco basso. A fine cottura aggiungere la crema di sesamo e aspettare che il pollo formi una leggera crosticina croccante.
La salsa di soia shoyu è una salsa fermentata, ottenuta dalla farina di fagioli di soia, cotti al vapore. Onnipresente nella cucina giapponese, cinese e in generale nell’Asia Orientale, presenta un gusto leggermente diverso, anche se simile in aspetto, a seconda del luogo di produzione. Originaria della Cina, veniva usata dai monaci Buddisti, vegetariani, per l’apporto di proteine vegetali e per insaporire le pietanze dei popoli orientali, completando un’alimentazione prevalentemente vegetariana.
Cosa contiene la salsa di soya e come viene preparata
La salsa Shoyu, salsa liquida di colore scuro e molto saporita, è ottenuta dalla fermentazione della soia ma contiene anche grano tostato, acqua, sale e koji (<0,001%) che è l’agente fermentante insieme ad altri microrganismi, usato anche per la produzione di Miso e del sake. La soia, cotta a vapore, e il grano, tostato e schiacciato, vengono miscelati e con aggiunta di sale, vengono lasciati fermentare in botti di cedro. La fermentazione dura alcuni mesi in Cina e anni in Giappone, dove la salsa ottenuta è, in genere, di miglior qualità e anche più costosa. E’ prodotta con soia intera ma, molti produttori utilizzano proteine di soia idrolizzate alle quali viene addizionato il caramello per donare il colore tipico, con un prezzo e, purtroppo, qualità inferiore … quindi meglio fare attenzione . Ha un buon contenuto in antiossidanti (10 volte maggiori del vino rosso), vitamine, sali minerali e possiede proprietà digestive, anche se è sconsigliata nelle diete ipocaloriche per il contenuto in sale e glutammato.
Lo Shoyu nella cucina macrobiotica
Molto usata nella cucina macrobiotica per arricchire i piatti di sapore, apporta sostanze benefiche come i fermenti lattici, utili alla nostra flora batterica intestinale e alcalinizza il sangue, aiutando a mantenere il giusto Ph, messo a dura prova da un’alimentazione ricca di zuccheri, farine raffinate e proteine animali. Esistono molti tipi di salsa di soia, il tamari è una salsa di soia, con un sapore più intenso e privo di glutine, adatto quindi anche agli intolleranti o ai celiachi. Anche il Miso è ottenuto dalla fermentazione, più lunga, della soia con acqua e sale, a cui viene spesso aggiunto un cereale, in genere il riso o l’orzo.
Le salse di soia contengono dell’alcool per proteggerle dal deterioramento e, una volta aperta la confezione, vanno conservate in frigorifero al riparo dalla luce diretta. E’ importante acquistare salse di soia prodotte con metodi tradizionali, sia per le proprietà che vengono in questo modo garantite, sia per le proprietà organolettiche.
Shoyu: quando e come usare la salsa di soya in cucina
L’utilizzo migliore è a crudo, per mantenere le proprietà inalterate e si si può usare per salare, come sostituta del sale, per insaporire minestre, cereali, verdure crude o cotte, legumi, può essere mescolata con succo di zenzero o aceto… Per condire insalate, in sostituzione dell’aceto e del sale.
Con le verdure saltate in padella, con un po’ d’olio o in sostituzione, usatelo anche con il petto di pollo tagliato a straccetti e saltato in padella.
Frutto dal sapore particolarmente gradevole, la mela, oltre ad avere un forte valore simbolico, gode anche di grande fama, tramandata sia dalla tradizione biblica che dalla mitologia. Appartiene alla famiglia delle Rosacee (malus communis melo) e il suo albero, che può raggiungere fino ad 8 metri d’altezza, è il melo, originario dell’Asia centrale la cui comparsa risale al Neolitico, presente attualmente con circa 2000 varietà. Le foglie sono semplici, hanno i margini seghettati e i fiori si presentano con petali bianchi, leggermente sfumati verso il rosa. Questo frutto si può trovare in ogni stagione dell’anno, anche se la sua maturazione naturale va da fine agosto a metà settembre. Dopo la raccolta, i frutti vengono conservati a temperature basse, (da 0 a -4 °C ) con umidità del 85-90%. Le mele infatti per essere consumate in modo ottimale, devono essere riposte in ambienti freschi. Molto popolare in Europa, il consumo delle mele è di circa 20 kg all’anno (pro capite), pari ad una media di una mela e mezza al giorno. Negli Stati Uniti, invece,se ne consumano “solo” 9 kg l’anno, pari ad uno ogni quattro giorni. È sicuramente il frutto più diffuso in Italia, dove viene considerato sempre, sinonimo di salute e benessere. Per circa l’85% del loro peso le mele sono costituite da acqua. La restante parte è costituita sopratutto da carboidrati e da Vitamine, tra cui la vitamina A, E, C. Numerosi sono i suoi utilizzi industriali: vengono impiegate per i dolci, per la produzione di succhi, liquori e creme. Nella nostra penisola la produzione di mele è abbondante e di ottima qualità, inoltre c’è possibilità di scegliere tra tantissime varietà: Golden delicius, Red delicius, Stark delicius, Bella di Roma, Jonathan, Renetta del Canada, Renetta ruggine, Granny Smith.
Una mela al giorno leva il medico di torno… ecco perché Il famoso detto popolare ha un fondamento vero: la mela è considerata infatti un farmaco della natura, un rimedio per tantissimi problemi. Innanzitutto occorre dire che questo frutto contiene pochissime proteine e grassi sono quasi assenti, (100 grammi di mela corrispondono a circa 40 calorie, 10 grammi di zuccheri e grandi quantità di potassio, vitamina B, acido citrico e acido malico). Inoltre è presente in essa la vitamina B1, che combatte inappetenza, stanchezza e nervosismo e la B2 che facilita la digestione, protegge le mucose della bocca e dell’intestino e rinforza capelli e unghie. Ma i pregi della mela non finiscono qui. Essa è ben tollerata dai diabetici perché ha pochi zuccheri, ma non solo: contiene circa il 2% di fibre tra cui la pectina, nota per i suoi numerosi benefici. Inoltre ha il potere di “tenere sotto controllo” la glicemia, regolando quindi l’assorbimento degli zuccheri. Generalmente viene mangiata cruda e in questo caso ha un’azione astringente ma, consumata cotta, è un naturale e ottimo rimedio contro la stipsi. Gli specialisti la consigliano alle persone anziane perché è facilmente digeribile e si può consumare a fine pasto proprio per queste caratteristiche, contraddicendo alla teoria dei dietologi che suggeriscono di consumare la frutta lontano dal pranzo e dalla cena. Alcune notizie riportano anche che, chi mangia mele, respira meglio e addirittura alcuni ritengono questi benefici, superiori al consumo di agrumi (frutti per eccellenza in grado di combattere gli agenti irritanti). Infine, se consumate regolarmente, le mele abbassano il colesterolo cosiddetto “cattivo” (LDL) e aumentano quello buono (HDL) anche in pochissimo tempo e sono considerate preziose nella prevenzione di ictus e tumori.
Proprietà nutritive della mela I nutrizionisti rilevano che in ogni 100 grammi di prodotto commestibile sono mediamente contenute: circa 85 grammi d’acqua, 0,2 grammi di proteine, 0,1 grammi di grassi, 11 grammi di zuccheri di diverso tipo, tra cui fruttosio, glucosio, e saccarosio, 2 grammi di fibre, per un totale di circa 45-50 calorie, e circa 4 grammi di sali minerali tra cui potassio, zolfo, fosforo, calcio, magnesio, sodio, ferro, oltre a tracce di rame, iodio, zinco manganese, e silicio. La mela è ricca anche di vitamine: C, PP, B1; B2, A, e contiene inoltre acido malico (circa 0,6-1,3 grammi). Sia nella polpa che nella buccia sono inoltre presenti eteri, tannini, alcoli, aldeidi e un elevato numero di terpeni che rende infinitamente vario il profumo e il sapore delle mele. I valori elencati possono variare a seconda del grado di maturazione del frutto e della qualità, anche perchè in tutto il mondo oggi si contano più di mille varietà di mele”.
Una mela al giorno per combattere l’asma Uno studio pubblicato sulla rivista “Chest” ed effettuato su circa 2mila persone indica che, una dieta povera di vitamine e di altri nutrienti essenziali peggiora notevolmente i sintomi legati all’asma, soprattutto se si tratta di giovani o fumatori. La ricerca ha preso in esame un gruppo di studenti americani e li ha monitorati per circa 12 mesi. Tutti hanno ricevuto un questionario da compilare circa le abitudini alimentari, l’uso di medicinali e il fumo. Successivamente i partecipanti sono stati sottoposti ad alcuni test respiratori e il risultato non è stato confortante perché un terzo dei ragazzi era sovrappeso e il 72 per cento non assumeva preparati multivitaminici. Circa il 25 per cento, poi, fumava quotidianamente e almeno un terzo non consumava le dosi giornaliere raccomandate di frutta e vegetali, vitamine A e E, beta carotene e omega-3, quando invece basterebbero piccole quantità di omega 3 per migliorare i sintomi asmatici. Ecco perché viene raccomandato dagli esperti il consumo di almeno una mela al giorno, frutto equilibrato e poco calorico, con tutte le proprietà che abbiamo elencato sopra.
La buccia delle mele ha proprietà antitumorali Uno studio americano rivela che la buccia delle mele denominate “Red Delicius”, avrebbe proprietà antitumorali. Le sostanze contenute nella buccia (triterpenoidi), avrebbero il potere di diminuire il rischio di sviluppo per alcune tipologie di tumore (fegato, colon e seno) in quanto tali sostanze svolgerebbero un’azione di contrasto per quanto riguarda le cellule tumorali e in alcuni casi sarebbero anche in grado di eliminarle. Precedenti studi avevano già dimostrato anche “l’effetto scudo” dei flavonoidi e i fenoli (contenuti nelle mele), rispetto alle cellule “atipiche”.
La mela: rimedio naturale contro diarrea e stipsi La sostanza di nome pectina aiuta a risolvere i problemi legati alla diarrea poiché i batteri intestinali la trasformano in un una specie di guaina lenitiva e protettiva per le pareti “irritate” dell’ intestino. Per combattere la stipsi invece, basta consumare una mela cotta al giorno e gli effetti “benefici” saranno riscontrabili in pochissimo tempo. La mela come prevenzione del colesterolo, cardiopatie e ictus È noto che un’alimentazione ricca di fibre contribuisce a ridurre il colesterolo nel sangue, fattore di rischio nelle cardiopatie e in alcuni tipi di ictus. Consumando le fibre, il colesterolo che assumiamo con gli alimenti “soggiorna”nel tratto intestinale fino a quando non viene eliminato. Ecco perché la mela, ricca della fibra pectina, rappresenta il frutto ideale dopo pasti a base di carne o di latticini.
La mela per contrastare glicemia e diabete La “preziosa” pectina contribuisce anche a ridurre la glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) nei soggetti diabetici.
La mela per depurare l’ organismo La notizia arriva dall’Europa dove alcuni studi suggeriscono che la pectina è in grado anche di depurare l’organismo dalle sostanze tossiche e per questo motivo gli esperti di nutrizione suggeriscono di inserirla nella propria dieta, soprattutto per coloro i quali vivono in città particolarmente soggette all’inquinamento.
La mela in cosmesi Per rassodare la pelle, basta tamponarla con succo di mela fresco e per “schiarirla”, basta mescolare il succo con il limone. Per attenuare le rughe si può ricorrere ad una maschera per il viso, preparata con una mela tagliata a pezzetti, cotta in mezzo bicchiere di latte. Per ottenere un effetto “tonico”, basterà applicare alcune fette di mela cruda sul viso e lasciarle “riposare” per 45 minuti. Una maschera a base di mele grattugiate e yogurt invece è particolarmente indicata per pelli secche o “spente”. Infine, la mela cotogna è in grado di contrastare l’invecchiamento della pelle, fungendo da idratante e combattendo l’insorgenza delle rughe.
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