Proprietà e benefici dell’aceto di cocco
Nonostante gli aceti più usati in cucina siano l’aceto di vino, l’aceto bianco e quello balsamico, non bisogna trascurare l’esistenza di varietà altrettanto pregevoli e interessanti come l’aceto di cocco. Sebbene questo prodotto non sia di certo il più indicato per i lavori di pulizia della casa – e sia meglio indirizzarsi in questo caso verso i primi due sopra citati – può essere utilizzato in numerose ricette di cucina, soprattutto come sostituto dell’aceto di miele e dell’aceto di vino.
L’aceto di cocco è apprezzato in primo luogo per le sue proprietà eupeptiche, toniche e prebiotiche. I fruttoligosaccaridi in esso contenuti favoriscono infatti la crescita della flora batterica e svolgono perciò un’azione di prevenzione sia sulle infiammazioni che sulle infezioni intestinali. Queste sostanze sono ritenute oltretutto in grado di aumentare i livelli di colesterolo buono e di abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue. Detto ciò, l’aceto di cocco offre vantaggi a chi soffre di diabete e a chi tende ad essere affetto da stipsi. Il consumo di questo prodotto fa bene inoltre a chi è in sovrappeso e a chi è affetto da sindrome metabolica.
Rispetto agli altri aceti quello di cocco è il più calorico; esso contiene tuttavia anche sostanze preziose che aiutano l’organismo ad assorbire meglio il calcio e il magnesio e che riducono al tempo stesso il colesterolo LDL. Il suo utilizzo si rivela per questo particolarmente utile alle donne in menopausa e agli anziani in generale. Sotto il profilo nutrizionale l’aceto di cocco contiene discrete quantità di potassio, vitamina C e vitamine del gruppo B.
Odore, sapore e usi in cucina
L’aceto di cocco ha un gusto gentile, agrodolce ed un profumo esotico che richiama in parte quello della noce di cocco. Questo condimento si trova usato soprattutto nei piatti della cucina indiana, filippina e dello Sri Lanka. Per via del suo gusto delicato e poco invasivo è ideale per insaporire le insalate, per condire gli ortaggi e per la realizzazione di intingoli e pinzimoni. Viene consigliato anche per le grigliate e per le marinature, sia di carne che di pesce, e come ingrediente per la preparazione di salse da servire in tavola insieme ai formaggi. Il suo caratteristico sapore si accosta bene anche alla frutta.
Origine e produzione
L’aceto di cocco può nascere in due modi differenti. Il primo consiste nella raccolta dei fiori della palma di cocco, nella loro riduzione in nettare e nella successiva acetificazione di quest’ultimo. Il secondo metodo di lavorazione prevede invece la fermentazione del liquido estratto dalla noce di cocco. Nel primo caso l’aceto risulterà di un color bruno scuro mentre nel secondo tenderà verso una colorazione bianco latte. La produzione di questo aceto si ricollega anche a quella del cosiddetto gulamerah o zucchero di cocco.